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      E chi ci ha dato, di grazia, una spiegazione seria e completa di tutto questo mondo? Chi, per esempio, ci ha dato qualche spiegazione dei romanzi del Boccaccio che si avvicini come serietà e profondità ai pochi saggi che ne ha dato il Rossetti dopo la sua scoperta del misticismo occulto? Chi ci ha mai spiegato sul serio l'Amorosa Visione con quella fontana ove son le sette virtù tra le quali la fede nera e piangente che è proprio «l'oscura che pur piange» di Cecco e «la beltà che per dolor si chiude» di Cino, l'«onestade vestita di nero» (Beatrice) di Niccolò de' Rossi, cioè la santa Sapienza oscurata e simulante?
      Crede il Vicinelli che tutto questo si possa metter da parte ponendo un punto esclamativo alla frase secondo la quale il Boccaccio sarebbe stato un «Fedele d'Amore»? E via! questo significa fidarsi del consenso immancabile di quei molti, ma ignoranti lettori che del Boccaccio hanno letto soltanto il Decamerone con preferenza delle novelle lubriche. Ma non gl'invidio questo consenso.
      Tentativi ingenui di spiegazioni letterali. Il Vicinelli tenta, ed è suo pieno diritto, di sostituire delle spiegazioni letterali plausibili in qualche punto dove il senso delle poesie è indiscutibilmente convenzionale e profondo. Io ho ricordato i versi di Cino da Pistoia in quella strana aggressione ch'egli fa contro la Divina Commedia, nella quale afferma che Dante sta all'Inferno per non avere visto accanto ad Arnaldo Daniello anche Onesto Bolognese (bella sciocchezza nel senso letterale!


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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