Ma il Sapegno, per artificio polemico, fa sparire d'un tratto tutta questa riconosciutissima oscurità!
La pretesa insufficienza delle mie spiegazioni. Il Sapegno avanti al fatto evidente che la tradizione scolastica non è riuscita a spiegare neppur lontanamente una certa quantità di queste poesie, invece di dedurne, come sarebbe logico, che quindi non le ha spiegate nel loro complesso e nel loro spirito, si consola dicendo che non le ho spiegate bene neanch'io e si pone a dimostrarlo. Io ho spiegato col semplice aiuto delle solite poche parole del gergo uno di quei sonetti di Cino da Pistoia dei quali non si era mai neppure preteso di capire il senso. Mi piace di ripeterlo:
Perché voi state, forse, ancor pensivo,
d'udir nuova di me, poscia ch'io corsisu quest'antica montagna de li orsi,
de l'esser di mio stato ora vi scrivo.
Già così mi percosse un raggio vivo,
che'l mio camino a veder follia (?) torsi;
e per mia sete temperare a sorsi,
chiar'acqua visitai di blando rivo. (?)
Ancor, per divenir sommo gemmieri,
nel lapidato ho messo ogni mio intento, (?)
interponendo varj desideri.
Ora'n su questo monte tira vento;
ond'io studio nel libro di Gualtieri, (?)
per trarne vero e nuovo intendimento.
Avevo spiegato prima di tutto che con questo sonetto solo si potrebbe eliminare la presunzione che le oscurità si riducano a dottrina oscura o a simbolismo perché questa dottrina oscura non è. Questa è corrispondenza, nella quale le parole hanno un significato convenzionale e le parole convenzionali sono le stesse che si ripresentano altrove (si può vedere la mia lunga dimostrazione in proposito), con significato che risulta sempre lo stesso e chiarisce tutto dovunque si sostituisca.
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