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      I richiami dei poeti alla profondità di ciò che essi dicono invitano semplicemente a queste possibili interpretazioni allegoriche».
      A parte la chiarezza con cui si risolve il problema dell'allegoria dicendo che si può ricercare quasi sempre, ma non si deve quasi mai (soluzione che lascia in aria il problema vero se l'allegoria c'è o non c'è), voglio ricordare al Sapegno alcuni di questi richiami per sapere se avrà ancora il coraggio di dire che sono richiami a possibili interpretazioni allegoriche».
      Buonagiunta da Lucca nel sonetto: «Poi che avete mutato la manera» scrive chiaramente a Guido Guinizelli che egli ha reso «li plagenti detti dell'amore» troppo oscuri tanto che:
      Non si trova già chi ben si spognacotant'è scura vostra parlatura.
      Guido Guinizelli gli risponde che l'uomo nel suo parlare deve essere molto prudente:
      Homo ch'è saggio, non corre leggero
      . . . . . . . . . . . . . . .
      poi ch'a pensato ritien suo pensiero...
      e spiega che volano per aere, uccelli di strana guisa concludendo che «ciò ch'uom pensa non dee dire».
      Il Sapegno potrà stiracchiare quanto vuole, ma questa è volontà di nascondersi e per di più per motivi che non si vogliono chiarire. Guido Cavalcanti alla fine della sua canzone: Donna mi prega nella quale pretende di spiegare a una donna che cosa sia l'amore, con un groviglio di proposizioni monche e artefatte dalle quali però risulta molto limpido il senso segreto dell'Amore e della donna conclude;
      Tu puoi sicuramente gir, canzone,


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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