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      Il Petrarca secondo il Sapegno «aveva chiesto consiglio intorno a un caso d'amore e Cecco risponde di essere egli stesso ingannato e disperato e non può dargli i consigli desiderati». Questo giochetto del consiglio è nettamente inventato. Il Petrarca aveva chiesto una previsione astrologica non affatto un consiglio e la risposta di Cecco è a tono solo se e in quanto tutti e due amino la stessa donna, la stessa idea nella quale il Petrarca vuole sperare ancora mentre Cecco dispera della sua vittoria. E quanto agli altri sonetti di Cecco, il Sapegno vuol dubitare che non siano d'argomento amoroso e alludano alle persecuzioni personali, come se l'altro sonetto dell'ascolano «Io non so ch'io mi dica s'io non taccio, / cieco non sono e cieco convien farme», non alludesse evidentemente alle persecuzioni subite pur ricollegandole strettamente con l'amore perché finisce: «Dolce è la morte po' ch'io moro amando la bella vista coverta dal velo»!
      I misteriosi passi di Francesco da Barberino. Per I Documenti d'Amore il Sapegno si limita a riconoscere che io ho «dimostrato anche meglio l'indole misteriosa d'alcuni passi e il tono segreto che serpeggia qua e là per tutto il libro». Correggerei intanto che l'indole misteriosa non l'ho dimostrata io, perché appare chiara a chiunque e che il tono segreto non serpeggia qua e là ma lo pervade interamente dall'allusione a una certa riunione di tutti i «Fedeli d'Amore» con la quale il libro comincia, alla minaccia che chi aprirà il libro senza avere alcune qualità speciali avrà una certa spada nel petto, minaccia con la quale si chiude.


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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