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      Il Sapegno si contenta di riconoscere la stranezza! (semplicemente la stranezza!) di episodi come quelli della misteriosa «Vedova che non era vedova». Lo riferirò ancora perché chiunque veda se questo episodio è semplicemente strano o se non sia la limpida rivelazione dell'esistenza di un gruppo iniziatico di gente che ama tutta insieme una mistica donna. «Io dico a te chiaramente che vi fu e vi è certa vedova che non era vedova. Era toccata eppure intatta. Era vergine e la sua verginità era ignota. Mancò di marito. Aveva marito. Per la sua prudenza eccelleva sulle donne e per la sua eloquenza su tutte le creature terrene. L'armatura del suo cuore era pelvea e inespugnabile così che la saetta di chiunque saettasse contro di lei tornava indietro. I suoi capelli erano d'oro e sempre velati così che modestamente ne potessimo vedere la grazia intorno alle orecchie. I suoi occhi si tenevano abbassati o per l'onestà di lei o perché io non osassi guardare il loro splendore, cosicché non potei mai comprendere appieno di che colore essi fossero. Nell'animo dei presenti suscitavano il desiderio delle virtù... Il suo viso era puro, candido perfetto e confortante ed esporre compiutamente le sue singole parti non è lecito all'uomo. L'onestà copriva il suo collo e il suo petto e appariva difesa fino ai piedi da una mirabile amabilità. I piedi di lei non furono mai visti da nessun altro; ma furono visti dall'uomo (?)... In essa era la pietà verso i puri, la severità contro gli avversi. Essa era soggetta all'amore, nemica di quei che indegnamente amano, disprezzante di quelli che tentano, respingeva i doni, non temeva i violenti.


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





Sapegno