2. Dimenticare le limpide e incontrastabili chiarificazioni che il nostro metodo e la nostra ipotesi portano nelle oscurità più gravi e non parlarne affatto.
3. Quando arriva la prova certa o quasi certa dell'esistenza di elementi di gergo e settari nella poesia e nella dottrina d'Amore, costruire artificiosamente delle paratie stagne tra quelle opere o quelle parti di opere nelle quali l'esistenza del gergo e di una setta appare evidente o quasi evidente, per isolare in mezzo a esse quel gruppo di poesie più limpide sul quale da molti anni si sono elevate costruzioni laboriose di storia letteraria o di estetica che si ritengono minacciate.
Il primo artificio: le rammendature. Il primo artificio può sfuggire a chi consideri a una a una le piccole rammendature del senso letterale che si devono fare di continuo qua e là, a chi consideri a una a una le oscurità e le molte ipotesi che per ciascuna oscurità si sono affacciate; L'artificio non sfugge più quando si consideri questo lavorio nel suo insieme, quando si constati che per tentar di capire delle poesie d'amore si sono scritte delle intere biblioteche, che per ogni rammendatura necessaria del senso letterale si sono presentate quattro o cinque ipotesi che talora non hanno niente a che vedere l'una con l'altra, quando si constati che per ogni poesia (d'amore!) esistono non una ma, come un mio contraddittore confessa, moltissime interpretazioni, e che una poesia fondamentale di Guido Cavalcanti scritta, s'intende, per spiegare a una donna che cosa sia l'amore, ha avuto quattordici commenti e quindici col mio!
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Dimenticare Amore Guido Cavalcanti
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