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      Complicazione inutile. La porta crudele è la porta della tomba nella quale è entrata sotto la pietra (con il p minuscolo) la bella donna, la santa verità che si chiama Pietra (con il P maiuscolo).
      Così mi corregge il Formichi e io gli son grato della correzione che rende l'interpretazione di questo magnifico e profondo sonetto anche più lucida.
      Ma anche di altre due cose son grato al Formichi: d'aver protestato anche lui contro la volgare interpretazione che è data da qualcuno alle canzoni Pietrose, e che è ingiuriosa per Dante, e d'aver spiegato a chi ne faceva le meraviglie la ragione e la legittimità del mio atteggiamento polemico contro la tradizione scolastica. Egli ha scritto: «La Vita Nuova è simbolica dalla prima all'ultima parola, e basta davvero che da sei secoli si vada in Italia dicendo e scrivendo la scemenza che realmente Dante a nove anni s'innamorò di Beatrice che ne aveva nove meno nove mesi, e che non gli parlò se non dopo nove anni, che veniva meno al solo guardarla, che seppe da una visione che sarebbe morta». Ed egli, pure anche facendo logiche riserve su particolari, intravede nella Vita Nuova «un simbolismo mistico, delle pratiche occulte, dei riti religiosi sotto il velame di svenevolezze amorose incompatibili col forte e pugnace carattere del poeta».
      E scrive ancora il Formichi: «Basta, soprattutto, che da sei secoli si vada in Italia calunniando Dante col rappresentarlo vecchio, impenitente, innamorato della proterva giovinetta Pietra. Non è il nome di Pietra sufficiente a svelare il simbolo della Chiesa corrotta?


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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