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      Le obiezioni si concretano in questo, che io parlo un linguaggio inesatto quando mi riferisco alle tradizioni iniziatiche perché non le conosco.
      È verissimo. Non ho mai avuto contatti con tradizioni iniziatiche di nessun genere. La mia formazione spirituale e mentale è nettamente critica e finché il Pascoli e il Rossetti non mi hanno aperto gli occhi, la tradizione scolastica era riuscita a impormi le sue interpretazioni. Ma debbo dichiarare che io insisto nel tenermi al mio metodo critico e storico. La mia frase «far la storia per la storia» che al Guénon dispiace, è semplicemente l'insegna di un metodo critico positivo e il fatto che i grandi spiriti del Medioevo dei quali io mi occupo agissero diversamente, come egli mi ricorda, non mi tange appunto perché essi erano uomini del Medioevo e io sono un uomo del secolo XX.
      Può anche darsi, come egli dice, che il Rossetti non possa essere stato Rosa-Croce «perché i veri Rosa-Croce erano spariti dal mondo occidentale assai prima», ma ognuno comprende che questi problemi interni delle tradizioni iniziatiche, chi siano i Rosa-Croce veri e chi i falsi, rappresentano per me problemi secondari e quasi insolubili. Riconosco perfettamente che alla chiarificazione di tutto il problema che io ho posto sarà utilissimo il concorso di coloro che seguono quelle tradizioni; però se io prima di citare uno o un altro storico di tradizioni occulte dovessi aspettare da non so quale autorità la lista degli storici accettati e non accettati, ortodossi e non ortodossi, credo che il mio lavoro non potrebbe mai andare avanti.


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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