So di certo che c'è della gente che si dà il titolo di Rosa-Croce anche oggi. Anche chi sa pochissimo degli ambienti iniziatici sa che in essi ogni gruppo si attribuisce il titolo di ortodosso e di erede legittimo vero e unico dell'antichissima tradizione. Ecco perché non ci troviamo d'accordo sull'uso della stessa parola ortodosso, che per me naturalmente significa la dottrina della Chiesa di Roma e per il Guénon significa altra cosa. Sono quelle «méprises que les "profanes" manquent rarement de commetre» come egli dice, e io riconosco che, essendo profano, parlo evidentemente un linguaggio diverso dal suo; ma dove non posso consentire è là dov'egli dice che io faccio una confusione tra punto di vista «mistico», e punto di vista «iniziatico». Non so da quali mie parole possa essere sorto questo equivoco. La confusione sarebbe stata certo grave, perché tutti sanno quanto misticismo niente affatto iniziatico abbia pervaso il Cristianesimo e il Cattolicesimo.
Ma il Guénon accenna a molti fatti che possono affiancare la mia argomentazione, alcuni dei quali non privi d'importanza, per esempio quello che non soltanto nel titolo di Rosa Mystica ma anche sotto altri aspetti la Vergine è stata avvicinata alla figura della Sapienza e con essa confusa. Altra nota importante: a proposito della terza novella del Boccaccio, nella quale Melchisedec afferma con la parabola dei tre anelli che tra Giudaismo, Cristianesimo e Islamismo «nessuno conosce quale sia la vera fede», egli mi dice che secondo la tradizione iniziatica Melchisedec sarebbe appunto il rappresentante della tradizione unica nascosta sotto tutte queste forme esteriori.
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