Tralascio naturalmente molti altri accenni di minore importanza firmati o non firmati, ma non posso non esprimere qui una parola generica di ringraziamento ai tanti e tanti, noti e ignoti, che mi hanno confortato con il loro consenso, sia scrivendomi dopo aver letto il mio libro, sia a voce dopo le esposizioni che mi è accaduto di fare della mia teoria in varie conferenze tenute alla Casa di Dante di Roma (dove ebbi occasione di esporre le mie idee in un ciclo straordinario di lezioni), a Palermo, a Firenze, a Berlino, a Francoforte, a Monaco di Baviera e altrove.
Chiedo venia naturalmente a coloro che si sono occupati eventualmente del mio libro senza che io ne abbia avuto notizia.
Conclusione. La conclusione alla quale mi sembra di poter giungere oggi per quanto riguarda questa complessa discussione è la seguente.
I consensi sono stati caldi e numerosi e spesso arricchiti di emendamenti utili e di preziose testimonianze a favore della mia tesi.
Le obiezioni veramente solide e serie contro di essa potranno forse presentarsi ancora; per ora non si sono presentate. La debolezza stessa delle obiezioni, pur ricercate con molto zelo, è anzi per me un'altra riprova della solidità della mia tesi.
Gli atteggiamenti di stupore e l'evidente impreparazione di alcuni miei critici confermano quel che ho sempre sostenuto e cioè che le idee del Rossetti erano state condannate nei nostri ambienti scolastici senza essere state studiate, anzi neanche conosciute. Sono ben lontano dall'affermare che la discussione possa essere chiusa.
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