(349) Valeriani, Op. cit., II, p. 275.
(350) Allo stesso genere di misteri, cioè a interessi e movimenti di gruppi settari si riferisce certo l'altra coppia di poesie scambiate tra Gianni Alfani (Guido quel Gianni che a te fu l'altrieri) e Guido Cavalcanti (Gianni quel Guido salute). Vi si parla di una giovane di Pisa che per mezzo di Gianni si rivolge per strani intenti a Guido che dovrebbe proteggerla. Guido risponde che la giovane venga pure, che egli ne farà buona guardia. Naturalmente la critica «positiva» ci ha ricamato sopra tutto un romanzo fantastico di fanciulle rapite da Gianni e tenute in custodia da Guido, ecc.
(351) Si osservi poi che Gherarduccio ha appiccicato l'aggettivo di silvana (selvaggia, della Chiesa) alla pola che è bensì nera, ma non è affatto silvana perché è acquatica (folaga) e che la pinta (pintade) secondo l'Aroux rappresenta appunto la Chiesa eretica che si dissimula (pinta, dipinta) nei Fabliaux ove Chanteclair, il gallo sarebbe il trovatore albigese che la difende dal Clero Cattolico (Renard). Aroux: Les Mystères de la Chevalerie et de l'amour platonique au moyen âge, p. 195.
(352) La classe dei poeti del dolce stil novo è stata creata sulla base di analogie di stile esteriore. Vi erano molti scrittori che avevano le stesse idee di Dante e dei suoi amici e si esprimevano con stile (nel senso letterario) diverso, ma con la stessa simbologia.
(353) È probabilmente un'antitesi del valore del cuore puro dei mistici contro la tradizione antica e autorevole allegata dalla Chiesa come mezzo per conoscere il Vero.
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