Altro non mi resta che di baciarvi ed abbracciarvi colle sorelle ed Ettorino.
Vostro affezionatissimoBartolomeo
PS. Io sto bene come fo' voti di voi. Salutate le zie, gli amici ed i vicini.
Cuorgnè, 17 dicembre 1905
Cari genitori,
voi certamente mi credete a Torino a fare il liquorista, come vi dissi nell'ultima lettera, ma questo non piacque a Dio.
Come pure vi dissi, dovevo andare al lavoro mercoledí, ma il mercoledí passò senza che io vedessi il mediatore che mi doveva piazzare, cosí passarono il giovedí e il venerdí.
Io passai tutti i giorni dalla borsa del lavoro e dal mediatore Gabiano, ma sempre invano.
- Non c'è niente... passi piú tardi... - E con queste parole mi spedivano via. Venerdí passai alla borsa e colà parlai con un garzone confettiere.
- E già passato dal mediatore? - mi chiese. - Si, - gli risposi, - vengo adesso da Gabiano.
- Uff! - mi disse, - io non passo nemmeno da Gabiano perché so che è inutile. - Io gli chiesi quale mediatore lo serviva e lui mi disse che si chiama Rossano, via Vanchiglia n. 2 b, e che era il mediatore piú buono per i confettieri. Io lo ringraziai e gli dissi che andavo subito. Egli che era pure disoccupato venne con me.
Arrivati che fummo ci fecero passare nella camera da letto poiché il mediatore era ammalato. Fortunatamente fummo tutti e due piazzati. Il mio collega lavora a Torino a 50 lire mensili. Ed io a Cuorgnè per 25 lire al mese. Non me lo feci dire due volte; presi il primo treno della mattina e alle 11 giunsi a Cuorgnè.
Venerdí ho finito gli otto giorni.
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