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      Mi disse di avere pazienza e di tenere da conto questa piazza.
      Io speravo molto nella risposta di Pietro e per ciò aspettavo a scrivervi dopo. Sappiate che qui dove sono sto bene di vitto e di letto. Ma non c'è lavoro abbastanza per me, e quel po' non mi soddisfa. Ecco la causa che mi fa andar via. Spero che in un'altra piazza guadagnerò non meno di 30 o 35 lire al mese.
      Altro non mi resta che baciarvi con la sorella Luigina e i piccini.
      Tanti saluti alle zie e cugine, ai miei amici e ai nostri vicini. Vostro affezionatissimo figlioBartolomeo
      PS. Quest'anno i geloni mi hanno dato poca noia.
     
      Cuorgnè, 3 marzo 1906
      Carissimi genitori,
      voi sarete già inquieti del mio lungo tacere ed io vengo con questa mia a tranquillizzarvi.
      Molte cose ho da dirvi. Giorni or sono ricevetti una lettera del cugino Pietro, nella quale mi disse che era di bel nuovo passato dal mediatore e alla borsa del lavoro per vedere se c'era un posto; che aveva parlato col sig. Toselli che come sapete è il presidente della borsa e col sig. Leone che è quello che cerca le piazze. Essi gli dissero che si sarebbero occupati per cercarmi un posto, e gli promisero che appena ci sarà una buona piazza in Torino me la faranno avere, ma che bisognava che io scrivessi spiegandogli dove lavoro, dove lavorai, e da chi, e quanto tempo è che lavoro perché sappiano regolarsi. Gli risposi subito colla massima cura e premura, ma sino adesso non ebbi risposta alcuna. Come vi dissi sin da principio qui non c'è abbastanza lavoro per me, ed il male peggiore è che diminuisce ancora.


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Non piangete la mia morte
Lettere ai familiari
di Bartolomeo Vanzetti
pagine 234

   





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