Accetta tanti baci dal tuo fratelloBartolomeo
Meridan, Conn., 12 gennaio 1911
Cara sorella,
con sommo piacere ho letto la tua lettera. Ti ringrazio delle tue buone parole e di tenermi vivo alla memoria dei nostri fratellini. Non posso descriverti la commozione che mi invase al sentire le buone nuove del babbo, di Ettore e Cenzina.
Mi riesce doloroso il sapere che tu non stai troppo bene, e ti raccomando di aver cura della tua salute e di fidarti delle zie, specialmente della zia Francesca che è davvero la nostra seconda mamma. In qualsiasi caso della vita in cui la tua giovane esperienza sia in imbarazzo confidati a lei senza falsa vergogna e dille interamente la verità. So ancora che vi sono buone donne che volevano bene alla mamma ed anche a noialtri; quindi cerca di ubbidire a loro e vedrai che non avrai mai a pentirti. Nella tua non facesti alcun cenno riguardo alla natura del tuo malessere, e ciò mi rende inquieto, anche se spero che sia un male passeggero. Quindi ti prego di essere piú chiara con me nell'avvenire.
Siamo fratelli, e il cuore non si può cambiare. Sappi che a un fratello si può e si deve confidare ogni cosa. Prima di passare ad altro ti dico che qualunque cosa io possa fare per te, la farò volentieri. E sarebbe per me doloroso il sapere che indugiassi a chiedermi un piacere qualora ne avessi bisogno.
In occasione delle feste natalizie scrissi a tutti i parenti, però a chi non misi l'indirizzo, a chi dissi di non scrivermi, perché avendo intenzione di recarmi dal levante ove mi trovo ora, al ponente dell'America, temevo che le lettere andassero smarrite.
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