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      Quello che mi fa ridere è D'Annunzio. Fortunatamente questo sfacciato ciarlatano è liquidato per sempre, e il suo sogno, di abbellire ogni piazza d'Italia con cento forche, rimarrà sempre un sogno. Certo tu, dato il posto ove vivi, non hai potuto comprendere questo miserabile, e ti sarai chiesto tante volte: ma che razza d'uomo è questo D'Annunzio?
      Io ti rispondo: D'Annunzio è un nulla che tentò divenire il dittatore d'Italia.
      Proclamare in Italia una dittatura militare; fucilare nelle vie delle principali città la marmaglia affamata e cenciosa; fucilare, senza processo, Malatesta, Galleani e ogni altro amante della libertà; dichiarare guerra ai popoli della Jugoslavia; ecco l'intento di D'Annunzio, che fortunatamente finí nel ridicolo.
      E ora termino pregandoti di salutare per me i parenti e gli amici tutti.
      Saluti e baci a Nalin(8) e famiglia, a Luigina, Vincenzina e Ettore.
      Abbiti un bacio e un saluto.
      Tuo figlioBartolomeo
     
      Charlestown, Mass., 24 maggio 1921
      Caro padre,
      la settimana ventura, il 31 di maggio, comincerà il mio secondo processo.
      So che sei tenuto al corrente d'ogni cosa, sia dai concittadini Caldera e Bertini, sia dai miei amici e difensori, quindi non mi tratterrò sulle particolarità del caso.
      Scopo di questa mia è di ripetere ancora una volta la mia innocenza e la mia confidenza in essa; di dirti che ho un'abile difesa, che ho dietro di me una schiera formidabile di generosi, che non mi abbandonò né mi abbandonerà mai; di darti novella della mia buona salute e stato d'animo.


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Non piangete la mia morte
Lettere ai familiari
di Bartolomeo Vanzetti
pagine 234

   





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