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      Io sono innocente e disposto a combattere con tutte le mie forze. Comunque questo processo possa terminare, la mia incolpabilità rimane, e l'errore, noi lo sappiamo per dolce esperienza, non può durare in eterno. Il tempo è galantuomo; il popolo è con me. Io non ho perso, né perderò la salute e la volontà; oh, no, lotterò come un leone per conservarmi la vita e ottenere giustizia. Dunque fatevi coraggio che forse potremo ancora, e presto, rivederci.
      Salutate tanto per me le zie, le cugine, lo zio, la famiglia di Nalin e tutti i miei amici e conoscenti.
      Bacia per me le sorelle e Ettore.
      Abbiti saluti e baci da tuo figlioBartolomeo Vanzetti
     
      22 luglio 1921
      Mia cara signora Glendover Evans,
      stavo pensando che cosa dovevo fare per passare i lunghi giorni di prigione, e dicevo a me stesso: fare del lavoro, ma che cosa? Scrivere.
      Una gentile, materna figura venne alla mia mente e riudii la voce: «Perché non scrivete qualche cosa ora? Vi sarà utile quando sarete libero». Proprio in quel momento ricevetti la vostra lettera.
      Grazie a voi dal profondo del mio cuore per la fiducia nella mia innocenza. Io sono innocente. Io non feci versare una goccia di sangue, né rubai un centesimo in tutta la mia vita. Una piccola cognizione del passato, una dolorosa esperienza della vita stessa mi diede delle idee molto differenti da quelle di molte altre creature umane. Ma io desidero convincere i miei simili che solo nella virtú e nell'onestà è possibile per noi trovare un poco di felicità nel mondo.
      Io lavoravo.


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Non piangete la mia morte
Lettere ai familiari
di Bartolomeo Vanzetti
pagine 234

   





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