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      Cosí ho deciso di scriverti questa, che sarà impostata domani.
      Dopo l'udienza ho avuto una animata discussione con un membro della difesa.
      Le leggi americane non consentono un processo in contumacia, né, in base a questo principio, il processo od ogni altra pratica legale a chi per le condizioni di mente è ritenuto incapace di comprendere lo svolgimento delle pratiche legali che lo concernono. Ne consegue che ogni cosa giudiziaria riguardante Nicola verrà sospesa sino a quando egli venga dichiarato guarito. Come vedi, le cose vengono per questo posposte ad un tempo indeterminato e indeterminabile, per quanto riguarda lui. Non per me, essendo io in condizioni normalissime.
      E l'avvocato mi disse che le pratiche legali concernenti me, saranno esplicate, se non subito, almeno quando il previo accordo delle due parti lo stabilirà. In altre parole, il mio caso seguirà lo stesso corso che avrebbe seguito qualora Nicola non si fosse ammalato.
      La signora Evans, nel suo generoso attaccamento, ha voluto ingaggiare altri due eminenti cassazionisti di Boston, e furono essi stessi a chiedere al giudice quanto ti ho esposto.
      Ora, il fatto di avere un processo separato è universalmente riconosciuto un vantaggio verso gli imputati. Nella maggioranza dei casi è la difesa che chiede una tal cosa. A noi ci venne negata la prima volta; ora lo impongono gli avvenimenti stessi. I miei avvocati sono fiduciosi, non io però; ne ho avuto abbastanza dei due primi processi, e non dai togati, ma dai lavoratori coscienti avremo, se mai, giustizia.


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Non piangete la mia morte
Lettere ai familiari
di Bartolomeo Vanzetti
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