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      La tragica determinazione di Nicola ha scosso le coscienze civili; ferve l'agitazione; vi è dell'eccitamento negli animi; dell'elettricità nell'aria. Oggi la stampa parla dell'intervento di Mussolini.
      Rimane il fatto che io sono innocente ed ho la piena convinzione dell'innocenza di Sacco, ragion per cui amerei di condividerne la sorte che un probabile processo comune potrebbe stabilire. E farò il possibile perché cosí avvenga. Però il collegio di difesa agisce sotto altri impulsi e scavalca sovente dal recinto della mia personale volontà e da quella dei compagni, né noi possiamo impedirlo, perché è al disopra della legge e del nostro arbitrio.
      Spero che Nicola si ristabilirà presto. Intanto ciò che concerne me avrà il suo corso, voglia io o non voglia.
      Quest'oggi sono stato l'oggetto di una grande dimostrazione d'affetto da parte dei lavoratori di Boston.
      Ho visto dei vecchi compagni, ho conversato con essi, e ho fede in essi.
      Ora termino perché il tempo urge, e conto di rispondere a una delle diverse lettere di solidarietà, giuntemi questa sera stessa.
      In quanto a quella persona, non ci pensare. Conosce le acque d'America, sa nuotare e sa navigare, e sa come deve fare, e può far molto se vuole. L'America, cara sorella, è detta la terra della libertà, ma in nessun altro lembo della terra, l'uomo trema e diffida dell'uomo, come in essa. Qui si parla della libertà, per ridere e farsi buon sangue. Qui i lavoratori americani si chiamano fratelli, nella sala dell'unione, e fuori si fanno la forca e la spia.


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Non piangete la mia morte
Lettere ai familiari
di Bartolomeo Vanzetti
pagine 234

   





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