Perciò lascia fare a lui...
Dirai al dott. Francia che il suo saluto mi ha commosso e allietato, e che lo ricambio dal profondo del cuore.
Baci alle zie, e pregale di scusarmi l'involontario silenzio. Salutami la povera Elisa, Carlo, le cugine, e gli amici tutti.
Al babbo, a Vincenzina, Ettore e te i piú affettuosi saluti e baci. Tuo fratelloBartolomeo
PS. Coraggio sempre! Vi scriverò soventissimamente. Spero che avrete visto qualcuno di Torino. È vero?
25 giugno 1923
Cara Elvira(10),
oggi ho ricevuto la tua lettera unitamente a un'altra di mia sorella Luigia. E non ti posso esprimere quanto piacere e conforto mi recarono le tue parole. È vero, tu non hai frequentato molte scuole, ma quando parla il cuore si dice sempre piú e meglio di quanto la scuola può insegnare.
Io penso sovente di te, dei tuoi figli, di Pietro, dei tuoi fratelli e sorelle. È tanto tempo che non ho piú nuove di voi. Neppure di Busca e di Macario ho nuove. Non ne so piú nulla. Molte volte ricordo il tempo quando eravamo tutti assieme in New York. Bei tempi davvero quelli là, e tutto avrei pensato fuorché questa terribile faccenda. Ma la vita è un mistero, e noi dobbiamo affrontarla con coraggio. Ti sono molto riconoscente della tua fede nella mia innocenza. Ti dico con piacere che non vi è neppure una persona, fra le tante che mi conoscono, che non creda nella mia innocenza. Qui ne sono tutti convinti, sia i prigionieri, sia i secondini, sia i superiori. Tu dici che se i giudici mi conoscessero non mi avrebbero trattenuto neppure un minuto.
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