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      E per questa ragione che io ho tralasciato di scriverti, assorto come sono in una necessaria corrispondenza, oltreché allo studio e al lavoro. Il che, però, non mi ha impedito di rimproverarmi sovente il mio silenzio verso di te e verso la zia Maddalena, a cui scriverò appena terminata questa lettera.
      Io spero, anzi, ne ho quasi la certezza, che tu sia al corrente delle cose, per cui innanzi tutto ti assicuro del mio buon stato di salute.
      Tre anni di prigione non mi hanno fiaccato. Sono sempre sano e forte, deciso piú che mai alla lotta per la libertà, ora; e ad altre piú vaste e generose battaglie, poi.
      La schiera degli amici, dei compagni e dei buoni, si fa sempre piú vasta, piú decisa, piú forte. E ci circonda di amicizia, di stima e di affetto - promessa magnifica e possente. Moralmente siamo già vittoriosi.
      Come già saprai, l'on. La Guardia, il senatore Cotillo e l'avvocato del Progresso, quotidiano di New York, hanno offerto la loro gratuita cooperazione al collegio di difesa, mettendo cosí in nostro favore la loro influenza di eminenti politici e la loro abilità di valenti avvocati.
      Le nuove evidenze in nostro favore sono numerose e hanno un valore inoppugnabile, però il concederci un nuovo processo è un potere discrezionale del giudice. Pur tuttavia egli si trova proprio tra Scilla e Cariddi, e vi è ragione di credere che metterà... giudizio. So anche che egli ha piú volte dichiarato che io gli feci ottima impressione; e so che egli è oppresso dal dubbio. Con ciò non voglio colorare di rosa ciò che è cupo.


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Non piangete la mia morte
Lettere ai familiari
di Bartolomeo Vanzetti
pagine 234

   





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