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      In verità non saprei che cos'altro dirti di fare. Io sono sempre più convinto che se ci libereranno, sarà loro malgrado. A loro piacerebbe tanto sopprimerci per paura e odio politico.
      L'avvocato fa delle grasse risate, si mostra ottimista, fa delle mezze frasi, parla di deportazione. Degli avvocati non mi fido - e sono assolutamente sicuro che il lavoro, la difesa legale, da sola, è disperatamente inane, assolutamente inutile.
      Ma, data l'influenza e la capacità dell'attuale nostro avvocato, data la stanchezza e la paura del nemico, data l'evidenza della loro infamia, e piú ancora data la solidarietà verso di noi, non è irragionevole il confidare nella vittoria finale.
      Se tu avessi piú acume e piú fiducia nel leggere le mie lettere avresti compreso che io lotto «coi denti e cogli artigli» e ciò ti eviterebbe molti disturbi e affanni. Tu sai che il mondo è nelle sconce mani della piú sconcia genía di sbirri che la terra abbia mai pullulato. Io già dissi e ripeto; non allarmarti, affliggerti o sorprenderti per ciò che hai sentito, o potrai sentir dire. Comprendi.
      Dall'ospedale ti scrissi tre se non quattro volte, e mi meraviglio che tu non abbia ricevuto. Forse ci sarà del ritardo. Pazienza. Io sto veramente bene.
      Avresti dovuto partecipare alle nozze della nostra nipote(15). L'allegria fa bene, è positiva; la malinconia fa male, è negativa.
      Bisogna prendere tutto il vero bene - respingere tutto ciò che è male - con eroica filosofia.
      Per ciò sta' di buon animo e, anche tu, cerca di serbarti forte e in buona salute.


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Non piangete la mia morte
Lettere ai familiari
di Bartolomeo Vanzetti
pagine 234