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      Anche questo conterà molto. Qui, i compagni e gli amici sono piú che mai attivi e decisi.
      La popolazione, però, è un po' stanca e sfiduciata, né si può darle tutti i torti.
      Comunque sia, posso assicurarvi che io sto bene e se sentirai dire che sono malato non ci credere: comprendi? Sii solo sicura che io voglio vincere.
      Abbiti i piú affettuosi saluti e baci. Baci al babbo, a Vincenzina e alle zie.
      Saluti a tutti i parenti e gli amici. Dammi nuove di tutti. Sii brava e forte. Sta' di buon animo e di buon umore e abbiti cura. Dico questo a voi tutti.
      E ora abbiti un abbraccio dal tuo fratelloBartolomeo V.
     
      25 ottobre 1925
      Carissima sorella,
      ho deciso di scriverti, tanto per farvi sapere che io sto molto bene, ed anche del nuovo, ma breve, e speriamo ultimo ritardo della causa. Recentemente, l'avvocato ci disse che lui si era sentito poco bene - era stato molto occupato, e che dovette recarsi in campagna per un po' di riposo - e che perciò egli non è preparato a sostenere la discussione del caso nel prossimo novembre - come era stato quasi prestabilito. Disse anche che egli non vuole essere pressato perché intende di fare per noi tutto il possibile, nel miglior modo possibile.
      Perciò la data della discussione è stata fissata per l'11 gennaio 1926.
      Io ne fui dispiacente - e altri lo furono piú di me. Ma che cosa posso farci io? Nulla.
      D'altronde, il ritardo è stato un bene perché poco dopo si sferrò un'ondata di crimini su questo Stato - eccitando, certamente, l'animo dei giudici che ci dovranno giudicare.


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Non piangete la mia morte
Lettere ai familiari
di Bartolomeo Vanzetti
pagine 234

   





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