Del resto, purché le cose vadano bene, mese prima o mese dopo non farebbe un gran che.
Continuo ad andare a scuola, studiare e scrivere. Di salute, ripeto, sto benissimo. Né mi sento per nulla perduto o vinto. Anzi...
Per ciò vi esorto a stare di buon animo e ad avere cura della vostra salute. Animo, coraggio, e fiducia, sempre.
Saprai che Lefèvre ebbe un piccino. Essa sta bene.
Invia i miei saluti e baci a Ettore e salutissimi a Carlo Racca e famiglia. Salutami tutti gli amici, i parenti e i conoscenti. A te, al babbo e a Cenzina i miei piú affettuosi saluti e baci. Tuo fratelloBartolomeo
22 novembre 1925
Carissima sorella,
ho ricevuto, con un po' di inevitabile ritardo, la tua del 15-9-1925 - e ora ho deciso di scrivere.
Sí, quel mascalzone è stato eliminato, per cui egli potrà solo indirettamente agire ai nostri danni.
I Brini sono occupatissimi, essendo poveri; ecco la vera ragione dei vari ritardi a scriverti. - Poi, come ora sai, aspettavano un evento(16) che poteva essere lieto o fatale - e che, ad ogni modo è sempre preoccupante a causa di lavoro, cure, e misure. Però tutto andò bene.
Il caso sarà discusso l'11 gennaio 1926.
Il suo breve procrastinamento è stato un bene, perché attualmente infuriano i crimini, influenzando l'animo dei grandi delinquenti in toga contro i piccoli delinquenti e chiunque sia portato innanzi al loro giudizio.
Quello che dici in risposta al mio espresso appello mi conforta immensamente.
Qui sono tutti ottimisti nel risultato delle pratiche legali. Tutti piú di me.
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Lefèvre Ettore Carlo Racca Cenzina Brini
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