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      Damiani propone, e l'Unità accetta, di raccogliere quante piú firme sia possibile da chiunque e ovunque, per petizionare l'ambasciatore americano in Roma ad intervenire in nostro favore presso il suo governo. Che schiaffo morale per il governo italiano!
      So che voi vi siete già rivolti a tutte le maledette autorità, e invano. Però, penso che la vostra petizione all'ambasciatore americano potrebbe, alla peggio, essere vana come le altre. Anche i nostri amici di Villa e di altrove potrebbero farlo.
      In quanto alla tua venuta ti dirò che sarebbe inutile, ti troveresti in un mondo sconosciuto e non potresti fare nulla di piú di quanto fanno e faranno i nostri compagni e amici di qui, che lavorano indefessamente in nostra difesa.
      Io avrei certamente piacere di rivederti, ma date le circostanze tu ne soffriresti immensamente.
      Se mai lo credessi opportuno, te lo farò sapere.
      L'apprendere il silenzio sul caso della stampa conservatrice italiana mi ha sorpreso. Non avrei mai creduto a tanta vigliaccheria. Che la congiura del silenzio sia stata imposta dall'alto? Non posso credere altrimenti.
      Non fa niente. Peggio per noi, ma peggio ancora per la tirannia imperante.
      Il cuore mi dice che vinceremo a dispetto di tutto e di tutti. Ci rivedremo ancora e sani e liberi.
      Fatevi dunque coraggio e abbiatevi cura.
      Il vostro affetto mi è di conforto, sorelle mie, state di buon animo.
      Baci al babbo, a Ettore e alle zie. Vi abbraccia il vostro fratelloBartolomeo
      PS. Che nessuna notizia vi allarmi. Comprendete.
     
      11 luglio 1926


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Non piangete la mia morte
Lettere ai familiari
di Bartolomeo Vanzetti
pagine 234

   





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