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      Ed ora concludo perché quanto prima dovrò andare a letto. Sono sicuro che avete capito che io sto bene. Auguro altrettanto a voi tutti.
      Vi bacio e abbraccio tutti di gran cuore. Tuo fratelloBartolomeo
     
     
     
      10 ottobre 1926
      Carissima sorella,
      venerdí scorso ricevetti la tua del 20 settembre 1926.
      Ti ringrazio degli schiarimenti sui fatti riferiti da quella mia lettera che, come avrai compreso, intendeva essere una rettifica a quella del mio amico d'Italia. Pregoti dirmi il nome delle autorità che vi sconsigliarono il comizio e se ora sono fascisti.
      Che, se del caso, non farò nomi, ma «rettificherò» tanto per la verità.
      Non avvilirti, cara Luigina, il lasciarci accasciare dalle avversità nuoce a tutto e giova a nulla. Io comprendo il tuo dolore, ma non giustifico il tuo atteggiamento: è questione di volontà anche, bisogna evitare di lasciarci sopraffare dal dispiacere. Io ti dico una cosa vera; anche se tu fossi libera di dedicarti completamente alla mia difesa, le cose non sarebbero andate, né andrebbero diversamente di come vanno. Che di aiuto e buona volontà ne abbiamo avuto e ne abbiamo assai.
      Abbiamo avuto tutte le opportunità e i mezzi per vincere la causa, fin dal 1921. Il tradimento e l'inefficienza dei nostri primi avvocati e l'ignoranza nostra e dei nostri amici hanno rovinato la causa in modo tale, che, dal verdetto di Dedham in avanti, il nemico poté fare tutto ciò che volle.
      Ora abbiamo il sig. Thompson, capacissimo e sincero. Ma egli prese la causa quando era già rovinata, e tutte le autorità già ostilissime a noi.


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Non piangete la mia morte
Lettere ai familiari
di Bartolomeo Vanzetti
pagine 234

   





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