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      Per vincere, egli deve disfare tutto il mal fatto da noi e dai nostri primi avvocati - cosa difficilissima e incerta all'eccesso.
      Però egli lavora di lena ed è un fatto che l'opinione di coloro che possono sta diventandoci favorevole. Ti ho già detto della buona attitudine della stampa capitalistica d'America.
      Quale sarà la decisione del giudice, non si può sapere. Io, e con me quelli che lo conoscono bene, credo che egli ci rifiuterà l'appello.
      I più opinano che egli darà le decisioni verso la metà di questo mese; io, invece, credo che egli aspetterà, se lo lasciassi, a dopo le elezioni, specialmente se vuol dire di no.
      Ma il signor Thompson ha fiducia che, in tal caso, la Corte suprema di questo Stato ci concederebbe la revisione.
      Ieri conversai per oltre un'ora con la signora Evans. Essa è ancor piú ottimista: «Gli americani - mi disse - si persuadono rapidamente che voi siete stati ingiustamente processati; i giudici della Corte statale sentono rimorso per avervi negato l'appello; persone influentissime che voi non conoscete agiscono in vostra difesa. Io so, ma sono impegnata a tacere, non posso dire di piú. Ma voi sarete esonerati dall'accusa e liberati - piú o meno presto».
      Cosí mi disse ed io non dubito della sua parola - tranne possibili involontari errori.
      Se il giudice non si pronuncerà presto, e se io non apprenderò qualche cosa di positivo, inizierò lo sciopero della fame, per farlo cantare.
      Voi, però, non dovrete allarmarvi. Non mi lascerebbero morire di fame, mi nutrirebbero forzatamente, anzi, giunto a tanto, romperei il digiuno.


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Non piangete la mia morte
Lettere ai familiari
di Bartolomeo Vanzetti
pagine 234

   





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