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      Si ricorse; e il 22 maggio 1926, la Corte suprema riconfermava il responso di Thayer.
      Quei sette servi togati agirono piú ignobilmente dei ladruncoli di galline. Spiegare? Dovrei scrivere un libro. E poi non ti farebbe che del male.
      Allora si vide la stampa capitalista dare prova di un sadismo e di una vigliaccheria disumana, chiedere istericamente una pronta esecuzione.
      L'accusa non vedeva il momento di poterci bruciare.
      La difesa fermò la mano al boia, chiedendo una riudienza alla Corte suprema dello Stato. Questa respinse la richiesta a tamburo battente.
      Allora la difesa ricorse nuovamente a Thayer con un memoriale a stampa materiato della confessione di Madeiros e delle dichiarazioni giurate di due ex agenti della polizia federale. Thayer ingoiò educatamente la bile che gli era montata e gli gorgogliava in gola, e, pur deciso a negarci ogni cosa, dovette accettare il nuovo ricorso.
      Questo nuovo ricorso fu discusso il 13 settembre 1926. E fu cosí sensazionale da volgere la stampa e gran parte della grossa borghesia in nostro favore. Tutti si aspettavano che Thayer si sarebbe visto costretto a concederci finalmente la revisione.
      Invece, il 23 ottobre 1926, Thayer respingeva il ricorso. Questa volta, però, nessuno lo approvò, quasi tutti lo biasimarono aspramente. Lui se ne infischiò.
      Ora la causa è un'altra volta d'innanzi alla Corte suprema dello Stato. L'avvocato dice che l'appello verrà discusso nel prossimo gennaio.
      La Corte si prenderà un mese o piú a rispondere.
      Come risponderà? Negativamente, credo.


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Non piangete la mia morte
Lettere ai familiari
di Bartolomeo Vanzetti
pagine 234

   





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