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      Bartolomeo
     
      15 marzo 1927
      Carissima sorella,
      la tua mi raggiunse qualche tempo fa. Scusami il ritardo dovuto a molto e urgente lavoro.
      La roba inviatami mi è carissima e perciò non depreco la spesa per poterla ricevere - ma è un fatto che, due governi mangiando su chi spedisce e chi riceve, è piú economico buttar via la roba che uno o molti può o possono aver lasciato in Europa. Infatti, dopo una prima esperienza, tutti fanno cosí. Ma ripeto, il nostro caso (del vostro regalo) è differente e tutto va bene.
      A quest'ora avrete certamente saputo che la discussione dell'ultima mozione alla Corte suprema dello Stato è stata veramente discussa il 27 gennaio u.s.
      Ma, come vi ho spiegato nella mia lunga lettera, quella corte si prende un tempo indefinito a dare le sue decisioni, e l'etica giornalistica e professionale richiede di dire poco o nulla di un caso che si trova sotto considerazione di quella corte.
      E poi, i nostri nemici non vorrebbero che alcuno parlasse mai sul caso: e tu vorresti che essi ne parlassero? che ci difendessero? Ohibò!
      Noi ci aspettavamo quella decisione per la fine di febbraio o per la prima settimana di marzo. Invece non è ancora venuta. L'avvocato opina che il ritardo sia un buon sintomo, io penso il contrario e non mi aspetto nulla di buono.
      Se mi sbagliassi? Tanto meglio.
      Una cosa è certa ed è che l'opinione pubblica si fa sempre piú favorevole.
      Inoltre, la difesa ha del nuovo e del buono; la battaglia continuerà; in tutte le nazioni ci sono persone che combattono per noi.


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Non piangete la mia morte
Lettere ai familiari
di Bartolomeo Vanzetti
pagine 234

   





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