L'infamia è cosí mostruosa che, pur non avendo mai sperato in un buon risultato, tuttavia mi sembra impossibile. Ma è vera.
Non so attualmente ciò che faremo nel futuro. Sacco è cosí stanco e sfiduciato che non vuole firmare una nuova mozione che la difesa ha pronta. Del resto, è ormai provato che è inutile appellarsi ancora alla Corte suprema dello Stato. Vedremo cosa si potrà fare col governatore. Forse potremo appellarci alla Corte suprema degli Stati Uniti. Comunque ti terrò informata. Credo che presto ci sentenzieranno. Però ciò vuol dire molto o poco. Oggi ho visto l'avvocato Thompson e mi ha detto che combatterà fino all'ultimo.
Vi prego perciò di essere forti, di buon animo e confidenti. Sto bene di salute. Ricordati ciò che ti ho detto altre volte. Vi bacio e abbraccio tutti. Tuo fratelloBartolomeo Vanzetti
PS. Riscriverò presto.
11 aprile 1927
Carissima sorella,
quello che io avevo preveduto si è avverato. Il giorno 5 del corrente mese la Corte suprema respinse l'appello. Moltissimi che avevano creduto impossibile il rifiuto, come infatti in buona giustizia avrebbe dovuto essere, sono indignatissimi e molto addolorati.
Il giorno 9 fummo portati in corte e sentenziati. Quando entrammo nell'aula alcuni spettatori si alzarono in piedi e tutti avrebbero fatto lo stesso se non fossero stati prontamente intimati dagli uscieri di stare seduti. Quando fummo richiesti se avevamo qualche cosa da dire, Nicola parlò brevemente, io a lungo.
Quando terminai guardai intorno e vidi che le donne piangevano e gli uomini avevano la bocca storta e contratta e il viso convulso.
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