M. Benedetto, perchè e' paia pur che io abbia ricevuto, come io ho, il vostro libretto, risponderò qualche cosa a quel che mi domandate, benchè ignorantemente. Io dico che la pittura mi par più tenuta buona, quanto più va verso il rilievo, ed il rilievo più tenuto cattivo quanto più va verso la pittura; e però a me soleva parere che la scultura fosse la lanterna della pittura, e che dall'una all'altra fosse quella differenza che è dal sole alla luna. Ora poi che io ho letto nel vostro libretto, dove dite che, parlando filosoficamente, quelle cose che hanno un medesimo fine, sono una medesima cosa, io mi son mutato d'opinione, e dico, che se maggior giudizio e difficultà, impedimento e fatica non fa maggiore nobilità, che la pittura e scultura è una medesima cosa, e perchè ella fusse tenuta così, non doverebbe ogni pittore far manco di scultura che di pittura, e il simile lo scultore di pittura. Io intendo scultura quella che si fa per forza di levare; che quella che si fa per via di porre, è simile alla pittura. Basta, che venendo l'una e l'altra da una medesima intelligenza, cioè scultura e pittura, si può far fare loro una buona pace insieme, e lasciar tante dispute, perchè vi va più tempo che a far le figure. Colui che scrisse che la pittura era più nobile della scultura, se egli avesse così ben intese l'altre cose che egli ha scritte, l'averebbe meglio scritte la mia fante. Infinite cose, e non più dette, ci sarebbe da dire di simili scienze; ma, come ho detto, vorrebbon troppo tempo, e io ne ho poco, perchè non solo son vecchio, ma quasi nel numero dei morti; però priego che m'abbiate per iscusato, e a voi mi raccomando, e vi ringrazio quanto so e posso del troppo onor che mi fate, e non conveniente a me.
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Benedetto
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