Siccome il naso, che è nel mezzo del viso, non è obbligato nè all'uno, nè all'altro occhio, ma l'una mano è bene obbligata a essere come l'altra, e l'uno occhio come l'altro per rispetto degli lati e de' riscontri, e però è cosa certa che le membra dell'architettura dipendono dalle membra dell'uomo. Chi non è stato, o non è buon maestro di figure, e massime di notomia, non se ne può intendere.
XII.
M. Buonarroti a Cosimo Primo duca di Firenze.
E' non pare, sendo io in Roma, ch'egli accadesse lasciare il crocifisso a M. Tomao, e farlo mezzano fra V. S., e me suo servo, acciocchè io la serva, e massime avendo io desiderato di far più per quella, che per uomo che io conoscessi mai al mondo. Ma l'occupazione grande in che sono stato e sono, non ha lasciato conoscer questo a V. S. E perchè io so che ella sa, ch'amore non vuol maestro, e che chi ama non dorme, manco accadeva ancora mezzi. E benchè paresse che io non mi ricordassi, io faceva quello che io non diceva per giungere con cosa non aspettata. È stato guasto il mio disegno.
Mal fa chi tanta fè sì tosto oblia.
XIII.
Michelagnolo Buonarroti alla Camelia(12).
Io m'ero accorto che tu t'eri sdegnata meco, ma non trovavo la cagione. Ora per l'ultima tua mi pare aver inteso il perchè. Quando tu mi mandasti i caci, mi scrivesti che mi volevi mandare più altre cose, ma che i fazzoletti non erano ancor forniti; e io perchè non entrassi in ispesa per me, ti scrissi che tu non mi mandassi più niente, ma che mi richiedessi di qualche cosa, che mi faresti grandissimo piacere, sappiendo, anzi dovendo esser certa dell'amore ch'io porto ancora a Urbino(13) benchè morto, e alle cose sue.
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