E se sarò breve, lo fo perchè l'opinione mia risolutamente è questa, e basteravvi ella senza ragione, perchè essendo tanto chiara, ed avendone voi avuto da altri tutte le cose in pro e in contro, tutto sarebbe superfluo. Non ragionerò ancora dell'eternità, della fatica e della difficultà, ma solo della nobiltà, nella quale giudico che la scultura tenga il primo grado, rappresentando la cosa propria, e d'essere quello che ell'è, e non quello che ella pare, come fa la pittura. Guardate per tutti i versi la scultura, sempre parteciperete più cose del vero, e toccandola, la sentirete; dove nella pittura non è così, se bene ancora ella dà piacere grandissimo nel vederla. E che egli sia il vero, se lo conosce ognuno, e voi bene avete veduto Roma, dove sono tante pitture eccellenti, e la Volta(25) de' Ghigi, e le Camere(26) del Papa, e la Cappella di Michelagnolo, e dove sono tante e sì fatte sculture, come si veggono nel cortile del Cardinale della Valle, nel giardino del Cardinale Cesis, in Belvedere, e nell'opere di Michelagnolo, delle quali qui ancora sono quelle divine, che voi vi sapete; e di Donato, e d'altri uomini valorosi, che se bene quelle pitture vi danno contento e piacere, non manco lo fanno le sculture, oltra che vi rappresentano il vero della natura, dove ha l'artefice la sua fine, la quale da più nobiltà all'arte, appressandosi più, e più felicemente conseguendo l'intenzione sua, la quale è d'imitare in tutto quello che può la natura, la quale m'ha fatto così, come voi vedete.
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