............... Non fornita.
XX.
Francesco Sangallo a M. Benvenuto Cellini.
Al molto mio onorando M. Benedetto salute. Essendo V. S. tanto bene struita in ogni scienza, benissimo da voi potevate senza il mio parere dichiarare la verità non solo di quello che mi domandate, ma di molto maggior dubbio, se dubbio è in tal caso; e avvengachè dubbio ci sia, benissimo quello averesti risoluto e terminato. Ma usando quella tanta benignità a richiedermi, non posso fare, che in parte a sì nobile spirito, a sì onorata dimanda io non risponda quello che in me sento. Ma certissimamente che non è piccol peso alle mie sì debili spalle, talchè meglio saria il tacere, che poco dirne. E per sodisfare in parte; primieramente sapete, la pittura essere arte nobile, e dagli antichi assai apprezzata, rispetto alle molte difficoltà che in quella si comprendono per quelli che in quella s'affaticano. E sapete che ogni cosa ha in sè due contrari; che avendo la pittura certe difficultà, ancor tiene in sè qualche dilettazione, la quale porge assai piacere a un pittore, che avendo nella idea la sua invenzione, con pochi danari, e con non molto tempo può sfogare il suo pensiero senza richiederne troppe o nulla persona. Questa proprietà d'arte porge al pittore un gran conforto; e appresso ancora tiene non poco contento il pittore, e questo si è delli colori, i quali si maneggiano, che ordinando quelli il pittore, e maneggiandoli, ne piglia piacere, perchè danno diletto alla vista, e così ancora quelli che non intendono molto, ne pigliano diletto.
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Sangallo Benvenuto Cellini Benedetto
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