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      E questa è la massima generale, e la strema loro fatica, ed in questo consiste il tutto, e per questo ogni pittore s'affatica; che certamente non è piccola difficultà, e merita gran commendazione e fama: non dico ciò degli ottimi pittori, ma ancora de' mediocri, e perciò questi da me assai sono commendati, e laudati e onorati. Ma non sono più li tempi de' mecenati, che le opere della pittura e scultura erano pagate con tanto peso di talenti d'oro; e nasce, che gli uomini pensano la loro fama avere per altre vie, le
      quali tendono più al vizio che alla virtù.
      Avendo parlato, M. Benedetto, della pittura, e volendo in parte ragionare di quello, di che mostra il vostro desiderio, m'è uopo il trattare adesso dell'arte delli statuari, che così dagli antichi chiamati erano quelli che oggi il volgo chiama scultori. Certamente arte nobilissima, dico arte, rispetto che ell'è faticosissima di corpo, ma scienza più presto dirsi potria, considerando alle cose dell'anima, e quanto sempre bisogna avere lo spirito levato e destro. E vi dico, M. Benedetto, che dapoi che la vostra umanissima ricevetti, soventemente ho pensato quale piacevolezza ha in sè quest'arte della scultura, e ravvolgendomi col pensiero in una parte e in un'altra per raccontare di quella qualche benignità, come nella pittura si trova, io in questa nulla ne ritrovo. Talchè bisogna raccontare tutte fatiche, tutte difficultà, tutte rigidità, tutte scabrosità, tutti dispiaceri, tutti sospetti, tutte gelosie e malinconie che quella porge quasi per infino alla fine; talchè dal suo principio e mezzo o quasi insino al fine, poco dolce o contento o diletto ci trovo, salvo che nella sua fine apparisce un certo contento e lungo riposo di tante estreme fatiche.


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Raccolta di lettere sulla pittura scultura ed architettura scritte da' più celebri personaggi dei secoli XV XVI e XVII pubblicata da M. Gio. Bottari e continuata fino ai nostri giorni da Stefano Ticozzi
Volume Primo
di Autori Vari
pagine 422

   





Benedetto Benedetto