Che certamente ella rende di tante fatiche giusto guiderdone nel mantenere vivo altrui in secoli de' secoli: tanto che ogni pena, ogni fatica, ogni disagio, ogni dispiacere e difficultà e passione, quella speranza, che nel principio ei promette, cioè dell'immortalità, in pace fa comportare ogni cosa; tanto che concludendo dico, che la pittura ha la difficoltà dell'ombre e lumi; e la scultura ha la difficultà del lavorare la materia, la pittura ha la difficultà delli scorci, e la scultura ha difficultà, che dove il pittore nel fare una figura ha una sola vista, lo scultore ne ha da fare molte, per le ragioni che sopra dette sono: e la pittura ha in sè la tavola, che è piana, e vi ha a far parere su varie cose, e lo scultore non può, dove leva, mai fare che non apparisca, nè cancellare tale difetto, nè quell'opera vale più nulla: la pittura tempo brieve, il fuoco, l'acqua, il ghiaccio, ruina, e consuma e risolve; la scultura con gran fatica solo il tempo la spegne: di modochè mi pare che concluder si possa, la scultura aver in sè più difficultà in ogni cosa di gran lunga, e per conseguenza essere molto più nobile chè per l'eternità si fa cosa divina, cioè immortale; che se altra nobiltà non avesse che questa sola parte, ella eccede sopra a ogni altra arte senza comparazione; e questo sia quel che sganni ogni persona. E per non multiplicare nel dire, lascerò molti esempi che dir si potrieno. Io non vi voglio ragionare de' modi del fare lavorare il marmo fuora delle statue tonde: la difficultà del fare i bassi rilievi, e poi quelli che sono di mezzo rilievo; dipoi uno altro modo, che è più che mezzo rilievo, che ne vien poi la statua tonda.
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