Ma della scultura non vi prometto voler parlarne, atteso che s'appiccherebbe una lite, che durerebbe quanto quella tra i Frati Bigi e Neri della Concezione, ed oltre che son pure invidiato, così finirei di dare il resto alle carte. Ma parliamo dell'arte(31) mia, ed eccellenza e perfezione di quella. Dico questo, che tutte le cose che facili all'ingegno si rendono, quelle meno artifiziose si giudicano essere. E per voler mostrarvi l'eccellenza di tutte e due, voi di esse essere giudice potrete, piacendovi far così: Pigliate una palla di terra, e formate un viso, o un animale di man vostra, o d'altro incerto; nella quale, mantre che ciò farete, non arete a cercare nè del colore nè de' lumi o dell'ombre; e, finito questo, pigliate una carta, e disegnatevi su il medesimo, e quando dintornato avete le prime linee, voi con lo stile, o penna o matita o pennello, cominciate a ombrarla, e, fatto questo, vi si renderà nell'opera vostra tale, che voi giudicherete la facilità e bontà dell'una e dell'altra, e quella che vi sarà più facile a esercitarla, troverete manco perfetta. Oltre che, troviamo nella pittura difficilissimo molto il contornare ed ombrare le figure, dove veggiamo molti artefici che le contornano perfettamente, e ombrando le guastano; alcuni altri male le dintornano, ed ombrandole con gli abbagliamenti e lumi le fanno parer miracolo. L'arte nostra non la può far nessuno che non abbia disegno grandissimo ed un giudizio perfetto, atteso che si fa in un braccio di luogo scortar una figura di sei; e parer viva e tonda in un campo pianissimo, che è grandissima cosa; e la scultura è tonda perfettamente in sè, e quel che ella pare; e per questo disegno ed architettura nell'idea esprime il valor dell'intelletto in quelle carte che si fanno, e nelli muri e tavole di colore e disegno ci fa vedere gli spiriti e sensi in esse figure, e le vivezze di quelle.
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Frati Bigi Neri Concezione Pigliate
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