Abbiamo visto nel divin Michelagnolo a dì nostri uno squadratore di cornice, che ha in pratica i ferri, disegnando in sul sasso; e dir leva qui e leva qua, aver condotto un termine nella sepoltura di Giulio secondo pontefice, per la facilità dell'arte condotto; onde vedendolo aver finito, disse a Michelagnolo, che gli aveva obbligo, avendoli fatto conoscere che aveva una virtù che niente ne sapeva. Insomma una minima parte della pittura è un'arte istessa da noi tenuta, e tutta insieme una cosa grandissima; donde, secondo il mio poco sapere, risolvomi, che pochi, rari e perfetti di quest'arte si conducono, che in quest'arte a imparare bisognino; di che pensato ho meco qualche volta dicendo, che se lo studio, tempo e suggezione, che a quest'arte ho messo per far quei quattro berlingozzi che io fo, a un'altra scienza l'avessi donato, credo, se io non m'inganno, che vivo canonizzato, e non morto sarei. Tanto più vedendo questo secol d'oggi ripieno di tanti ornamenti nelle figure e nell'altre appartenenze, delle quali mi pare, quando un pittore ne sia privo, esser privo dell'invenzione d'ogni cosa, madre onoranda, la quale con dolci tratti di poesia sotto varie forme conduce l'animo e gli occhi prima a maraviglia stupenda. E vedendo nelle antichità, nelle istorie di marmo le fughe degli armati, ma non il sudore, la spuma alle labbra e i lustri de' peli de' cavalli, e i crini e le code di quelli sfilate, e lo abbagliamento dell'armi e i riverberi delle figure in esse, la scultura mai lo farà; e di più il raso, il velluto, l'argento e l'oro, e le gioie con i lustri; delle quali pitture a quelli artefici, che perfettamente lo operano, io chiamo gli ornamenti dorati come castoni, le eccellenti pitture come gioie dal mondo veramente tenute, massime da' belli e dotti ingegni, come il vostro raro e divino: al quale se non ho soddisfatto perdoni a me, che la penna non m'è sì facile, come mi suole il pennello essere.
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Michelagnolo Giulio Michelagnolo
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