Dicendovi, che volontieri, e più, vi avrei fatto un quadro che questa lettera. State sano, e amatemi. Di Firenze, alli 12 febbraio, 1547.
XXII.
Giorgio Vasari a M. Francesco Bonnani.
Io per una scrittami dal riveritissimo M. Piero Vettori, per aver raccomandato anch'egli la causa mia al mio granduca, mi diedi certo in nome vostro il buono anno, che riarso dalle fatiche papali, mi rinfrescò lo spirito a sentir dire l'animo buono che tien s. Ecc. verso di me, che l'adoro; e che voi gentilissimo ed amorevole de' poveri vertuosi, abbiate fatto sì pietosa limosina per me, che s'io fussi furfante, come son stiavo de' galantuomini, vi direi: Iddio vel meriti. Ma io avrò ben obbligo eterno alla vostra cortesia, come sarò sempre immortale stiavo, e devotissimo del gran Cosimo de' Medici, quale ardo in servirlo; e Dio il volesse ch'io venissi un dì tale con le mie fatiche nella pittura ch'io potessi servir l'ombra de' suoi cenni. Certo tanto raro è fra questi principi, che si dilettano più......... che di rimunerarci; che se non fusse, che la speranza di molti di noi è fissa nel suo sano e giusto giudizio, così come egli solo lo rimunera, tutti insieme andremmo dimenticando tanto quanto si cerca acquistare, non essendo mai adoperati da loro. Or Dio gli dia vita, acciocchè, così come egli gli avanza di giudizio, di liberalità e di merito, egli abbi tutti noi uniti a farli tante memorie, che resti maggior ricordo nelle opere delle nostre arti, che nelle penne degl'inchiostri eterni; che così verrà il suo fatto guidato da Iddio ottimo per salute de' suoi popoli.
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