Molto m'allegro con la signoria vostra che siate ai servigi di sua eccellenza in Firenze, come mi ha riferito il Cassana qua in Bologna, che Iddio vi dia tutto il vostro intento e lunga vita.
M. Iacomo(37) mio, io ho fatto ritrarre una ancona(38), che è qua in santo Giovanni in Monte, di mano del divino e rarissimo Raffaello d'Urbino, la qual tavola il pittor l'ha imitata tanto bene che quasi par la istessa, ed avevo fatto pensiero di condurla a Roma per darla a Farnese(39) per riaver 4 scudi il mese che già ho goduto per Breve di Sua Santità più di sei anni; e in detta tavola vi è dipinto un san Paolo ed un san Giovanni, ed in mezzo santa Cicilia con un organo in mano e molti stromenti sotto i piedi; poi un santo Agostino ed una Maddalena, cosa rara; che vi giuro che Raffaello non fece mai meglio di detta opera. Vorrei condurla a Firenze, e darla al Duca, ovvero a Madama, ma ne vorrei esser premiato l'onesto; e vorrei che la signoria vostra mi desse favore e aiuto, e lo domandasse a un suo, che fusse appresso a S. Ecc., ed ancora non saria male che quel tale lo dicesse al duca; e vorrei che la S. V. mi scrivesse di tal cosa; e non mancate così, come ho fede in voi, dirizzando la lettera al Campana, ovver in casa il signor Giampaolu Pucci, che quivi sto; offerendomi a voi paratissimo sempre. Di Bologna, alli 7 di giugno, 1547.
XXV.
Pietro Aretino al Duca Cosimo de' Medici.
Mando a vostra eccellenza il ritratto del Langravio con i quattro versi che mi ci ha fatto far sopra, ancorch'io non tenga a tal setta; nè è la importunità della setta Luterana che mi ha rotto la testa, ma l'onor che mi par che ne riporti lo Imperatore in contrastar con sì mirabil sorta di capitano.
| |
Firenze Cassana Bologna Iddio Iacomo Giovanni Monte Raffaello Urbino Roma Farnese Breve Sua Santità Paolo Giovanni Cicilia Agostino Maddalena Raffaello Firenze Duca Madama S. Ecc Campana Giampaolu Pucci Bologna Aretino Duca Cosimo Medici Langravio Luterana Imperatore
|