Onorando M. Iacopo, posto che per lettere non si possa terminare alcuna cosa di lavori tanto difficili, nientedimanco io desidero il giudicio di sua eccellenza, che io me lo trovo molto utile; però si ricordi che io ho parlato più volte di quello albero di bronzo, il quale sarà difficile e pericoloso a metterlo, quando ci sarà l'Adamo ed Eva. Ora se li piace dare ordine che si faccia, sarebbe molto a proposito; e di marmo non bisogna pensarci, che non è possibile farlo.
Ma elegga sua eccellenza uno de' due modi, ovvero buttarlo di bronzo, o farlo tutto di piastra di rame, che sarebbe molto più facile e di manco ispesa, e eccellentemente si dorerebbe e vi starebbe sempre, chè nel bronzo l'oro è buttato, perchè poco tempo vi dura; e questo albero dorato ha da essere grandissimo adornamento a tutta la chiesa e all'opera. Or pensi sua eccellenza quello che più li piace.
Appresso raccomando a vostra signoria la lettera che io ho scritto al Duca, che in verità chi è uomo da bene non può comportare che da simili li sia sonato dietro le predelle sì bruttamente; ancora che si vegga chiaro, come mi diceva l'anima benedetta del signore Istefano, ch'egli era messo al punto da' maligni per guastare l'opere e i maestri come sempre ha fatto dove egli è stato. E per levare via ogni occasione sono stato sforzato cacciar via quel fanciullo, per non vedermi innanzi alli occhi tale scelleratezza; e so certo che a questi medesimi costumi avvezza i giovanotti della sua guardaroba, che sa sua eccellenza ch'io ho durato fatica a insegnar loro qualche virtù solo per potermene valere alle cose del bronzo, massime alle storie del Coro, e questo pessimo(46) mostro di Natura del continuo li avvezza a stravizi, e va la notte fuora con arme, cose del tutto nocive a ogni virtù e onesto vivere; e come usa dire il Buonarroto, mai può stare il vizio con tanta eccelsa arte.
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