Ma, per tornare alla mia opera, vostra signoria domandi sua eccellenza se vuole che io faccia riquadrare due o tre pezzi di porfidi, che mi saranno guida a tutti li spazi dove s'hanno a mettere, perchè la ragione vorrebbe che prima fusse aggiustato i porfidi, e secondo quelli fare li sfondati, dove s'hanno a incassare, e così si fanno assai meglio e piuttosto; nientedimanco m'accomoderò in tutti que' modi che li piacerà, e umilmente li bacio la mano, e a vostra signoria mi raccomando. Dì 18 marzo, 1547.
XXIX.
Baccio Bandinelli a M Iacopo Guidi.
Onorando M. Iacopo, dipoi iscritto, Averardo Zati ed io abbiamo ricerco li orafi del prezzo dell'albero fico, e affrontansi in uno medesimo dire, cioè di sc. 200, e di più il dorato, che sarà sc. 70, che facendolo di piastre ben pulite poco oro ci va. Ora mi dice Averardo che non ha il modo a metterci mano, però sua eccellenza pigli lo spediente che li piace.
Appresso li reco a memoria un suo bellissimo concetto, circa all'opera che già mi disse, che queste istatue istarebbono meglio traforate; e perchè io l'ho conferito a qualche bello ingegno, e tutti s'accordano che l'opera sarà assai più ricca e magnifica a lasciare del tutto trasparente, che a turare con quelli marmi neri, nientedimanco come Adamo ed Eva sarà in opera, una semplice tela vi farà vedere la verità, che i marmi neri sempre saremo a tempo a metterli. Ma perchè sua eccellenza ha visto ch'io duro fatica a finire le parti di dietro, come quelle dinanzi, parrà peccato che stieno perse; e troverà fatto una Eva(47) che gli piacerà molto più dell'altra, perch'io ho disposto conseguire in quest'opera, e al secolo di sua eccellenza, di quelli nobili effetti de' valentissimi Greci, nè mi voglio rispiarmare a nessuna estrema fatica.
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