Ed umilmente a sua eccellenza mi raccomando. A dė 7 di febbraio, 1549.
XXXII.
Baccio Bandinelli a M. Iacopo Guidi.
In tempo comodo V. S. ricordi a sua eccellenza che quando li parlai al Poggio(55) mi domandō come andavano l'opere, ed io li risposi come umil servo, che in tanti gran lavori non ho che un solo intagliatore, essendo stato forzato cacciar via quello Amaddio per li suoi mali costumi. Or piacendo a sua eccellenza, vorrei metter nel luogo suo quel Francesco da Fiesole, che tanti anni ha lavorato alla villa di Castello(56), ed č valente intagliatore, come sua eccellenza ha veduto, ed ha un buon disegno. E ancor mi si č partito in questi dė il meglio garzone che io avessi, per il poco salario che aveva, quale era soldi XX, come il pių vile squadratore; e pregai molte volte Averardo(57) che li crescesse due o tre soldi. Mi rispose, come sempre usa, che non aveva un quattrino, e non voler crescer ispese, ancorchč sieno le medesime. Cerca darmi disagi e incomodi, come ne' giorni passati ha voluto a mio dispetto murarmi quelle finestre, che mi davano lume della piazza, che non mi poteva dar maggior disagio, nč farmi maggior dispiacere; chč se io voglio ora veder lume per lavorar le figure da certe bande, corro gran pericolo per esser indebolite le figure; e ancora danno per aver ispesso a perder questo tempo tutti quelli maestri; e ancor che li abbia mostro tutto il danno che me ne succede, l'ha voluto fare a mio dispetto, e con la scusa e occasione, che ha preso di certi legnami che ha posto sotto il tetto, che si bagnavano, i quali sempre s'č costumato metterli in chiesa o dentro(58) nell'Opera.
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