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      Ora pensi vostra signoria con che animo buono io vadia a lavorare, che per le fatiche ch'io duro in onore della Casa, certo che m'arebbe avere più discrezione; ma con verso nessuno non l'ho mai potuto aumiliare, nè mancherò mentre che ci sta, e a vostra signoria umilmente mi raccomando. Dì 23 gennaio, 1550.
     
     
      XXXVI.
      Baccio Bandinelli a Messer Iacopo Guidi.
     
      Ho avuto molto caro che il sig. Maiordomo abbia voluto intendere e vedere la differenza dell'opera, che vedrà cosa brutta, e ogni dì peggiorerà, e hovvene scritto la verità, come è mia natura; e dipoi le ingiurie e i minacci che mi furono fatti. Averardo ha fatto cosa da risultarne molti scandoli: non sappiamo se è per ignoranza o per malizia, perchè quelli famigli hanno di dietro più finestre, e più sole da sciugar panni, che non vogliono; nientedimeno Averardo, senza dir nulla a persona, con quanta prestezza ha potuto, ha fatto levar una finestra grande ferrata, che già fece serrare Alessandro Corsini operaio, per un disordine che seguì di certe femmine e uomini, in modo che ha date in preda a queste genti tutti li intagli e lavori delle nostre opere, chè tal finestra tocca quelli tetti bassi, dove sono tutti i modelli e tirari della tribuna, e di dì e di notte possono scendere nell'udienza e tra' lavori; che si ricordi S. Ecc. che non è molto ci furono scantonati tutti i pezzi dell'arcone, ma al fine mi contenterò di quello che piace a S. Ecc.
      Appresso, V. S. referisca, come è venuto un bellissimo pezzo di marmo, che lo sgrossai quando mi mandò a Carrara, ed è alto braccia cinque, e se li piacerà, ne vorrei far un Marte; ma io lo supplico, se li piace, finito che io avrò questo Cristo, che mi lievi di questa(60) Opera, che io veggo certo che questi cittadini non mi ci vogliono, solo per guastarci questo lavoro, e torvi questa santissima memoria, che io veggo chiaro che Averardo mi ha dato in preda a questo Rossino, che è superbissimo, e tanto vizioso, ch'io so che fa bottega della moglie, che non ha pan da vivere, e hannogliene vestita tanto pomposa, che par una bella ninfa; e così va tutto il dì per queste stanze, e di qui nasce gran parte di questi scandoli; e così è fuor la boce, e giudica ogni uomo.


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Raccolta di lettere sulla pittura scultura ed architettura scritte da' più celebri personaggi dei secoli XV XVI e XVII pubblicata da M. Gio. Bottari e continuata fino ai nostri giorni da Stefano Ticozzi
Volume Primo
di Autori Vari
pagine 422

   





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