Quando non ho potuto dire il vero al mio principe l'ho detto a' sua ministri, perchè lo referischino: e a quella assai mi raccomando. Firenze, dì 6 dicembre, 1553.
XLIV.
Baccio Bandinelli a M. Iacopo Guidi.
Presentai la lettera di S. Ecc. al provveditore dell'Opera Averardo Zati, pensando d'aver breve ispedizione, il quale con promesse e parole mi ha intrattenuto parecchi dì; e quando penso essere spedito, mi ha detto che non vuol far nulla, se non ha un altro avviso da sua eccellenza, perciò si degni ricordare a quella, che 'l tempo di sgrossar quel marmo e tirarlo alla marina è ora perchè li giorni sono lunghi con fresco, e passato maggio son caldi, di modo che in quell'alpe non si può stare; nè uomini nè buoi possono lavorare, però la supplico che mi faccia spedire, perchè bisogna ch'io torni a sua eccellenza per aver una lettera a Luca Martini, che ci serva di canapi, e se altro bisognasse che ha costumato altra volta; e appresso una lettera al Signor di Carrara di favore nella forma che altre volte sua Ecc. mi ha fatto, quando altre volte mi ha mandato a Carrara, perchè que' Carrarini, quando veggono che l'uomo ha bisogno, son mancatori e maligni.
Appresso quella si degni dire a S. Ecc., che circa 'l palazzo, di che mi ha fatto scriver a Luca Martini, venendo io costì in Pisa, vedrò il sito, che mi darà lume assai; perciò si degni dare avviso a detto Luca che mi mostri il tutto, e a bocca mi dirà qualche intenzione di S. Ecc., co' quali indirizzi andrò più sicuro a far la pianta per dar principio all'impresa; che avendo a sentir per abitazione d'un tanto principe importa assai; ma ho speranza ed animo di farli onore, perch'io penso che lo voglia levar di terra, e per una inclusa li do avviso di tal disegno; ed a V. S. assai mi raccomando, umilmente baciandovi la mano.
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