Di Firenze, il dì 25 di aprile, 1558.
XLV.
Baccio Bandinelli al suo Compare.
Signore Maiordomo, di nuovo sono ricerco delle misure delle istorie(73) di bronzo del coro; e perchè io non voglio ricercare donde si venga, ho risposto che liberamente le faccia tutte Benvenuto, e non si guardi più da me. Ma sappia certo vostra signoria, se queste istorie non le fa uno valente disegnatore, la chiesa e questa età sarà bruttissima memoria per l'eccellentissimo paragone, che Benevenuto è molto più atto a rinettare simili istorie, che a farle da sè, come in verità si vede per le sue figure, che, posto sieno piccole, usa farle piene d'errori, ed enne causa il non avere alcuno disegno(74). E perchè sua eccellenza sappia il vero modo di fare cose belle, posto che Lorenzo(75) di Bartolo fusse valentissimo disegnatore; quando gli furono allogate le porte, per suo aiuto prese giovani con ottimo disegno, e fece due beni, opera mirabile e valenti maestri: e 'l paragone apparisce nelle porte, che le storie da basso della porta dinanzi furono le prime bruttissime a comparazione dell'altre; ma nel fare li giovani si feciono tanto valenti, che(76) l'uno fu Maso Finiguerra, l'altro fu Disiderio Piero, e Antonio del Pollaiuolo, e Andrea del Verrocchio, tutti valenti e pittori e iscultori. Ora vedete, se ciascuno di questi è da paragonare a Benvenuto, che dieci suoi pari non farebbero uno loro dito. Nientedimanco voglio avere pacienza a ciò che vuole sua eccellenza. Solo prego che abbia tanta pacienza, che si mettan fuora le mie statue, e a vostra signoria mi raccomando.
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