Ecc. Solo io la scongiuro per il valore e potenzia di Dio, che prestissimo mi spedisca, che tenendomi così mi ammazza; e si ricordi, siccome io gli ho sempre detto, di volergli dare in serbo quel resto del mio povero sussidio che mi era rimasto del mio felicissimo stato in che io mi trovavo, volendo contento correre seco la sua felicissima fortuna. Consideri sua Ecc. se io in sino a questo dì, con le comodità grandi che io avevo con quei barbari, che gran quantità d'oro io arei messo insieme; nonostante questo, io mi contento molto più d'uno scudo con sua Ecc. che di cento da ogni altro principe, sempre pregando Iddio che felicissima la conservi. Firenze, 1554.
XLVIII.
Benvenuto Cellini a M. Benedetto Varchi.
Godo da poi che vostra sigaoria mi dice, che cotesto semplice discorso della vita mia(79) più vi sodisfà in cotesto puro modo, che essendo rilimato e ritocco da altri, per la qual cosa non apparirebbe tanto la verità in quant'io ho scritto, perchè mi son guardato di non dire nessuna di quelle cose che con la memoria io vada a tentone, anzi ho detto la pura verità, lasciando gran parte di certi mirabili accidenti che altri che facesse tal cosa, ne arebbe fatto molto capitale; ma per avere avuto da dire tante gran cose, e per non fare troppo gran volume, ho lasciate gran parte delle piccole. Io mando il mio servitore, acciocchè voi gli diate la mia bisaccia e il libro, e perchè io penso che voi non arete potuto finir di leggere tutto, sì per non vi affaticare in così bassa cosa, e sì perchè quel che io desiderava da voi, lo ho avuto, e ne sono sodisfattissimo, e con tutto il cuor mio ve ne ringrazio.
| |
Dio Ecc Ecc Iddio Cellini Benedetto Varchi
|