E per non dire queste cose a voi che l'insegnate conoscere agli altri, farò fine, e pregovi sempre che vi accada ricordarvi di Raffaello(82) amico vostro, che l'abbiate per tale. Dell'altre virtù che voi dite, credetene sempre manco e non errerete; nè voglio dire altro che questo, che quando pure Iddio facesse che il principe si volesse di me servire, sarò sempre paratissimo come suo fedel servitore, e quando no, lo reputerò pel meglio che sia sempre, e state sano e amatemi. Di Roma alli 26 d'ottobre, M.D.L.
LI.
Raffaele Sanzio a M. Francesco Raibolini, detto il Francia(83).
Messer Francesco mio caro, ricevo in questo punto il vostro ritratto recatomi da Bazzotto ben condizionato e senza offesa alcuna, del che sommamente vi ringrazio. Egli è bellissimo, e tanto vivo che m'inganno talora, credendomi di essere con esso voi e sentire le vostre parole. Pregovi a compatirmi e perdonarmi la dilazione e lunghezza del mio, che per le gravi e incessanti occupazioni non ho potuto sinora fare di mia mano, conforme il nostro accordo, che ve l'avrei mandato fatto da qualche mio giovane, e da me ritocco, ma non si conviene; anzi convengasi per conoscere non potere agguagliare il vostro. Compatitemi per grazia, perchè voi bene ancora avrete provato altre volte che cosa voglia dire essere privo della sua libertà, e vivere obbligato a' padroni, che poi, ec. Vi mando intanto per lo stesso, che parte di ritorno fra sei giorni, un altro disegno, et è quello di quel Presepe(84), se bene diverso assai, come vedrete dall'operato, e che voi vi siete compiaciuto di lodar tanto, siccome fate incessantemente dell'altre mie cose, che mi sento arrossire, siccome faccio ancora di questa bagattella che vi goderete, perciò più in segno di obbedienza e d'amore, che per altro rispetto.
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