LVI.
D. Vincenzio Borghini al Duca di Firenze.
Per obbedire a quanto da V. E. I. mi è stato commesso, ho messo insieme tutto quello che mi è venuto in considerazione per le feste da farsi per le felici nozze(96) dell'illustriss. sig. principe, e tutto invio all'E. V. perchè ella possa col suo prudentissimo e sapientissimo giudizio risolver quello che parrà, ed aggiungere e levare, ovvero mutare ancora tutto quello che non corrispondesse intieramente al gusto e disegno suo, perchè la resoluzione di queste feste è necessario che tutta nasca dal giudizio di V. E. illustrissima, a' concetti e disegni e intenzione della quale non può arrivare altro ingegno che 'l suo; ma io ho solo messo insieme quelle cose che mi sono occorse da considerare, e molte delle fatte, e certe, che si potrebbono fare per levarle il tedio la fatica di ricercare e rivedere tante scritture; ma il giudizio (come ho detto) e la elezione è tutto riservato all'E. V. illustrissima.
E parendo a quella o di levare o di porre o di mutare, o in altro modo dichiarare l'animo suo, non si mancherà di diligenza a eseguire (quanto si potrà dal poco mio ingegno) la intenzione e concetto di V. E. Illustriss. E se le invenzioni, che di sotto le saranno messe innanzi, non le paressero così finite, questo non le dia noia, perchè infino che da E. V. Ill. non è fermo, e stabilito la intenzione e il luogo e la forma dell arco o altro ornamento, è quasi impossibile poter così per l'appunto fermar ogni minuzia e particolarità dell'invenzione.
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Vincenzio Borghini Duca Firenze Illustriss Ill
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