Di Firenze, 28 ottobre, 1605.
Detto Vincenzio deve esser chiamato alla religione con altro nome, ma, uscitone, debbe aver ripreso quel del secolo, esercitandosi costì come scultore e architetto(154).
LXXVII.
Domenico Poggini ai molto magnifici Consoli, e voi altri onorandi maggiori miei.
Avendosi a fare il Sigillo per questa onoratissima Accademia del Disegno, e considerando quanta e quale sia la cortesia e benignità dell'Ill. ed Ecc. sig. Duca, unico signore e padron nostro, e come egli ne sia fautore e benefattore, mi pare a proposito, secondo il mio debol giudizio, trovare una invenzione, la quale esprima che queste tre arti sono sostenute, favorite e difese da S. E. Illustrissima. Però ho finto che Minerva, Dea delle scienze, abbracci queste tre Arti, le quali, benchè il Disegno sia un solo nome, è però necessario sprimerle e significarle con tre modi e nomi. E perchè tutte e tre si partono da un solo gambo e da una sola scienza, figuro ch'ella si riposi e regga sul Capricorno, come virtù di S. E. Ill.; e nello scudo, che Minerva tiene nel braccio sinistro, formo l'arme di S. E. Ill., col quale scudo ella si difende, e guarda da chi volesse offenderla, siccome questa compagnia si regge, si guarda e si difende con la virtù, forza e favore di S. E. Ill. Questo è, quanto al suggetto, che a me pare che sia a proposito, rimettendomi però al molto giudizio, che in ciascuno de' vostri eccellentissimi ingegni si trova. E quello, ch'è finto a modo di vaso colle tre Arti sopra, è preso da me per S. E. Ill., la quale dà e porge vigore, forza e nutrimento colle sue sustanze a queste arti, come chiaramente per ognuno s'intende e conosce.
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