Questo è quanto m'occorre dirvi sopra tal cosa, non passando più oltre il mio ingegno e giudicie. E con tal fine a tutti voi altri eccellentissimi ingegni umilmente mi raccomando. Iddio nostro Signore ci presti santa pace e felicità.
LXXVIII.
Stefano Pieri a M. Baccio Valori.
Per non mancare al venerando, saggio e discreto quesito delli signori consoli e reformatori della pittura, scultura, architettura, anzi per essere sempre pronto a ogni lor cenno di esequire quanto essi comandano, mi sono, in satisfazione mia e di loro signorie, messo a esprimere il mio concetto, il quale s'ha ad imprimere per sigillo(155) delle descritte tre arti, pittura, scultura e architettura, il qual è questo:
In prima fingo un tempio, in memoria e stabilità dell'arti, di poi dentrovi la statua dell'Illustrissimo et eccellentisimo Duca di Fiorenza e di Siena, armato con bastone in mano, e dall'altra l'arme di S. E. Ill. Di poi sopra alla sua testa discendano dal cielo tre femine, le quali sieno queste: Pittura, Scultura e Architettura, e tutte tre d'accordo, e unite insieme di Zelo et Amore lo coronino con una corona di lauro, con un motto intorno al Sigillo, che dica:
TU DAS EPULIS ACCUMBERE DIVUM:
Tu fai che noi segghiamo alle mense degli Dei. Le vivande degli Dei sono interpretate per l'immortalità, cioè l'ambrosia e nettare; onde si viene a dire che mediante sua Ecc. Ill. queste tre arti sono in cielo, ed immortali.
LXXIX.
Lodovico Caracci al sig. Bartolommeo Dulcini.
Il non avere accettato li danari quando V. S. me li fece portare non è venuto da altro se non che in mia conscienzia io conosceva di non li avere guadagnati, et il mio fine si era, finchè non era finito il quadro, se pure li avessi a ricevere, come V. S. me ne faceva cortese offerta; ma dalla sua ultima, quando io intesi che V. S. si saria scorrucciato se io non li avessi pigliati, io accettai subito dal sig.
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